Grazia Maria Cosima Damiana Deledda (Nuoro, 28 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice italiana.
Nel 1926 fu insignita del Premio Nobel per la Letteratura. Questa la motivazione: «... per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e con calore tratta problemi di generale interesse umano.» — Les Prix Nobel en 1927, p. 49.
Delle sue opere ricordiamo Canne al vento (1913), Elias Portolu (1900), Marianna Sirca (1921), Cosima (1937) e, fra le novelle, La danza della collana (1924), Sangue Sardo (1888) e Di notte (1894).
In un'occasione la scrittrice ebbe a dire: «... io non sogno la gloria per un sentimento di vanità e di egoismo, ma perché amo intensamente il mio paese, e sogno di poter un giorno irradiare con un mite raggio le fosche ombrie dei nostri boschi, di poter un giorno narrare, intesa, la vita e le passioni del mio popolo, così diverso dagli altri, così vilipeso e dimenticato e per ciò più misero nella sua fiera e primitiva ignoranza.» — Amore lontano: lettere al gigante biondo (1891-1909), 2010.
Alcuni pensieri tratti dalle sue opere:
«— Adattarsi bisogna, – disse Efix versandogli da bere. – Guarda tu l’acqua: perché dicono che è saggia? Perché prende la forma del vaso ove la si versa.» — Canne al vento, 1913.
«Un uomo libero è sempre adatto per una donna libera: basta ci sia l'amore.» — Canne al vento, 1913.
«— Uomini siamo, Elias, uomini fragili come canne, pensaci bene. Al di sopra di noi c'è una forza che non possiamo vincere.» — Elias Portolu, 1903.
Antonio Capuana scrisse di lei: «La signorina Deledda fa benissimo di non uscire dalla sua Sardegna e di continuare a lavorare in questa preziosa miniera, dove ha già trovato un forte elemento di originalità. I suoi personaggi non possono essere confusi con personaggi di altre regioni; i suoi paesaggi non sono vuote generalità decorative. Il lettore, chiuso il libro, conserva vivo il ricordo di quelle figure caratteristiche, di quei paesaggi grandiosi; e le impressioni sono così forti, che sembrano quasi immediate, e non di seconda mano, e divengono percepibili come attraverso un’opera d’arte.» —Gli "ismi" contemporanei, Romanzi e novelle, IV. Grazia Deledda - Alfredo Panzini, 1898.
Giuseppe A. Borghese scrisse di lei: «... ella ha il dono del racconto, che è una ricchezza istintiva, come l'entusiasmo del lirico e l'eloquenza del prosatore: una ricchezza che non si conquista con la fatica e che non si regala a nessuno. Grazia Deledda è una narratrice di razza, come una vecchia contadina.» — La vita e il libro, seconda serie, 1911.
Che dire? Grazia Deledda ha saputo dipingere affreschi veristi e decadentisti di grande vigore. Efix, in Canne al Vento, è probabilmente il personaggio più ben riuscito fra tutti quelli sgorgati dalla penna di Grazia Deledda.
Quindi, vivamente consigliata la lettura di del romanzo Canne al vento! La lettura del romanzo Cosima può aiutarti a conoscere meglio l'autrice, visto che è una sorta di autobiografia.
Buona lettura.
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